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Il viaggio di Maria Rebecca Ballestra

di Cristina
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Per Maria Rebecca Ballestra l’arte si veste di mille declinazioni, l’artista si guarda intorno e ruba dal mare, dai paesaggi che la circondano, dalle montagne, dagli scenari più lontani, dalla natura.

E’ il suo un “errare” viaggiando, attenta alle tematiche sociali legate all’ambiente guardando il mondo deformato attraverso le suggestioni del cuore, unendo il tema dell’ambiente a quello del viaggio e quindi all’emozione… obbligando chi guarda le sue foto ad un viaggio dentro di sé, dentro alla sua umanità, anche se inconsapevole.

I suoi sono sguardi posati su grandi distese, rese vive dal vento, mari incontaminati, gente, attimi di vita sospesa, lasciando indovinare il silenzio, le nuvole che si soffermano dai loro misteriosi viaggi e la sua curiosità che entra nelle pieghe più intime della natura, trovando la vita in cose apparentemente inanimate, comprendendo e trovando i dettagli della suggestione. Tappa2

Il meraviglioso viaggio di Maria Rebecca Ballestra, nel quale ci coinvolge, ci convince ad emozionarci, con foto, video e altro materiale mediale raccolto durante i suoi giri per il mondo.

E’ arte, ma un’arte che comunica e documenta al tempo stesso, l’impegno ed il risultato che ogni viaggio ha prodotto in lei e nei suoi interlocutori: JOURNEY INTO FRAGILITY è il suo ultimo progetto ed il lavoro è stato presentato alle Gallerie Navali Riva di Montecarlo a Port Hercule venerdì 10.

L’evento, a cui hanno partecipato le più importanti autorità monegasche, ha visto la presenza del Principe Alberto II di Monaco.

L’idea del progetto è maturata a seguito dell’incontro di Maria Rebecca con il poeta e saggista Massimo Morasso nella primavera del 2011 e l’ispirazione del progetto “viaggio nella fragilità” è stata la sua “Carta per la Terra e per L’uomo”, un manifesto d’ispirazione ecofisica che il poeta ha stipulato nel 2001, firmandolo assieme a diversi premi Nobel e Pulitzer. I temi contenuti nella carta e i suoi 12 punti hanno spinto l’artista ad impegnarsi in altrettante 12 tappe in giro per il mondo promuovendo dibattiti, pensieri ed iniziative volte a sensibilizzare l’amore verso il nostro pianeta.

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Le tappe del viaggio hanno toccato:

Il Ghana nel vilaggio di Abtenim. L’artista ha trascorso due settimane intervistando gli anziani del villaggio relativamente al loro rapporto con la Natura.

La seconda tappa è stata la Svizzera. L’artista ha mediato sul delicato tema della politica verso l’ambiente. Può la politica operare a favore del bene comune e del bene per la terra che ci ospita?

Madagascar, dove Rebecca ha documentato gli ecosistemi più affascianti e ricchi e quindi più minacciati del pianeta.

Abu Dhabi, quarta tappa, è stata oggetto di analisi rispetto all’ ecosostenibilità del proprio sistema.

La quinta tappa è stata la Cina. Grazie al progetto di “Creatives in Residence” Maria Rebecca ha soggiornato nella città di Fuyang, la città giardino modello nazionale per la salvaguardia dell’ambiente.  A Hangzhou l’artista ha visitato il West Lake, inscritto nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Sesta tappa: Singapore. Uno dei successi della metropoli è la storia e la ricerca per l’ecosostenibilità dell’acqua: NEWater.

Costa Rica. Rebecca si è confrontata con il continuo diradarsi della foresta tropicale visitando: il Parco Nazionale Palo Verde, Parco Nazionale Arenal, l’Area di Conservazione di Guanacaste ed il Parco Nazionale Corcovado.

Ottava tappa il Galles. Gli ecovillaggi, tra cui Lammas, propongono uno stile di vita alternativo, rurale.

Islanda: qui gli scienziati del BGS monitorano un ghiacciaio che da oltre 15 anni inesorabilmente si sta sciogliendo sotto gli effetti del surriscaldamento globale.

Decima meta è stata la Francia. Il mar mediterraneo è uno dei più inquinati al mondo, ed il tempio dei cetacei è messo a duro rischio dal traffico marittimo e dal conseguente inquinamento delle acque.

Brasile. L’antropocentrismo delle aree urbane è un tema sempre più caldo. La vita frenetica delle business area si scontra con le ineguaglianze sociali a pochi isolati di distanza.

A seguito di questo lungo viaggio, durato ben due anni, l’atto conclusivo si è tenuto sull’ Isola della Certosa dove ben 3 installazioni permanenti ricorderanno quella che possiamo definire un’esperienza artistica itinerante. Sull’isola sarà attuato prossimamente un progetto di riqualificazione volto a conservare il patrimonio naturalistico attraverso un parco accessibile al pubblico. La presentazione della riqualificazione vedrà protagonista anche il catamarano solare PlanetSolar, prima imbarcazione al mondo a fare il giro del globo sfruttando solo energia naturale.

Fonte: Alberto Palermo per Sliding Arts


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