Oggi ci approcciamo alla moda in un modo diverso…
Un “Creativity Lab ” organizzato dall’Accademia del Lusso di Treviso …
il fine quello di mettere gli studenti a conoscenza delle dinamiche mentali, che consentono di lavorare agire e progettare in maniera creativa.
L’incontro con Raffaele Ferrante, cordialissimo e preparatissimo marketing e design coach si è tenuto giovedì 18 dicembre alle ore 15.00 presso la sede dell’Accademia del Lusso …
La creatività ….una parola così breve per esprimere un concetto così grande che non ha confini, a volte le parole sono limitative… analizzando il termine stesso creatività è crescita, una evoluzione, progettazione, un trasferimento di idee, un procedimento che porta ad un futuro…
La creatività può essere ispirata in ognuno in modi diversi, da un profumo, da un colore, da un oggetto o da un problema…infinite possono essere le ispirazioni….ma come fare se questa ispirazione proprio non viene?!? Eccovi subito la soluzione, esistono delle tecniche per favorire un flusso di idee che porta alla creatività, tecniche utilizzate molto spesso nel mondo del marketing e della pubblicità, la parola chiave di queste tecniche sicuramente è condivisione, collaborazione, anche tra diverse professioni all’interno della stessa azienda, il confronto insomma.
La tecnica più conosciuta è il brainstorming (tempesta di idee), si parte da un problema che si vuole risolvere, o da una parola chiave, per poi andare a continuare con una serie di parole che la nostra mente collega involontariamente, spontaneamente, a volte può sembrare caotico, ma bastano poche linee in un foglio per collegarle….. e poi….tutto ha un senso.
La tecnica che più mi ha incuriosito però è quella dei 6 cappelli, ideata da De Bono, studioso noto per la teoria del pensiero laterale…..all’inizio ero un po’ scettica, ma forse dipendeva dal fatto di non averla mai provata di persona e nemmeno sentita nominare prima…dopo averla provata vi assicuro che è davvero funzionale, ottima, provare per credere….ma che cos’è? Come funziona?
Rappresenta i vari atteggiamenti di pensiero che siamo abituati a provare all’individuazione di un problema. Si deve formare un gruppo che possa comprendere più categorie diverse di professioni all’interno di una stessa azienda, si parte da un soggetto, un problema che vogliamo risolvere, una parola chiave fondamentalmente, dopo di che tutti i presenti devono ad andare a esporre la loro soluzione, che possono anche essere aggettivi, materiali, etc… Una volta raggiunto il numero predefinito di parole, che può essere 100, si cerca di individuare 4 macro gruppi che raccolgano del parole scritte, una sorta di mappa… Ed ecco che comincia a comparire tutto più chiaro… il problema ha anche la sua soluzione… ma arriviamo all’utilizzo dei “6 cappelli”.
I cappelli sono figurativi, una sorta di contenitori delle idee, atti a distinguere e separare i vari modi di pensare.
Il cappello bianco rappresenta l’assenza del colore, la neutralità, la logica, cioè il progetto descritto in modo razionale, una sorta di raccolta dati e documentazione. Quello rosso, rappresenta le emozioni, l’emotività, i sentimenti, ciò che ci hanno portato a quella idea. Il cappello nero è la negatività, il pessimismo, tutto ciò che consiste nelle limitazioni e nelle difficoltà nella realizzazione del progetto. Quello giallo, il colore dell’illuminazione, ci porta alla luce dei lati positivi, dei benefici, quello verde , il colore della natura, della fertilità e quindi il metodo di diffusione.
Infine il blu, il colore del cielo e della calma, quello che ci porta alle conclusioni, alla realtà, bisogna scegliere gli argomenti definitivi, portare alla conclusione l’idea e poi alla produzione.